Doctor Sleep

Il 31 ottobre, il giorno più spaventoso dell’anno, proprio per celebrare Halloween, esce nelle sale Doctor Sleep, tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King.

Questa volta abbiamo tra le mani un horror molto delicato: si tratta del sequel di uno dei film (o romanzi) più famosi al mondo: The Shining. Realizzato ben 40 anni dopo, da un regista horror che nei nostri giorni sta facendo la rivoluzione del genere: Mike Flanagan, che dovrà reggere il confronto con Stanley Kubrick!

I suoi titoli più noti come Oculus, Hush, Ouija, Il Gioco di Gerald e la serie tv Netflix, The Haunting, stanno rivoluzionando il genere horror, portando al centro della scena e dell’interesse dello spettatore l’aspetto psicologico che si nasconde dietro la paura e non più la paura stessa.

TRAMA

Negli anni 80 l’Overlook Hotel è segnato dagli orrori della follia di uno scrittore, Jack Torrance, che perse la ragione tentando di uccidere la sua stessa famiglia. Questi orrori hanno segnato la vita del piccolo Danny Torrance, che ora ha circa quarant’anni.
Anche da adulto le immagini non sembrano lasciarlo in pace e oltre ai ricordi traumatici e la lotta contro le proprie paure, Dan avrà a che fare con il Nodo: un gruppo che si nutre dell’energia dei bambini dotati di poteri sovrannaturali.

IL RISVEGLIO DELLA LUCCICANZA

La pellicola ruota proprio intorno alla Luccicanza e ora vediamo di cosa si tratta. La Luccicanza è un’energia sovrannaturale che permette a chi la possiede di usufruire di poteri speciali. Si tratta però di un’energia limitata, ad esempio si affievolisce con l’età. Nonostante questo, come ci ricorda il cuoco dell’Overlook Hotel, Dick Halloraan, nessuno ha mai avuto un’energia intensa come quella di Danny. O almeno, nessuno fino all’arrivo della giovane Abra.

IL NODO

Un gruppo di forze oscure si nutre della Luccicanza dei bambini, facendogli perdere ogni scintilla dell’energia che li tiene in vita.
La donna misteriosa a capo di questa tribù farà incrociare la strada di Danny con quella di Abra permettendo a lui di guardare in faccia il proprio destino, con la consapevolezza che dovrà superare i suoi incubi, per salvare la vita della bambina.
Dan Torrance, che negli ultimi anni ha fatto di tutto per costruirsi una vita lontano dai fantasmi, decide finalmente di reagire, di affrontare di petto questi fantasmi piuttosto che scappare.

Ed è proprio nel momento in cui la decisione di salvare un’altra persona supera il proprio orgoglio che possiamo considerare Dan un eroe nel suo genere.
Infatti Dan sarà la salvezza di quell’energia, Lo Shining, che fa ancora brillare i bambini e le loro vite.

L’ANALISI PSICOLOGICA

“Il mondo è un posto affamato”

Qualsiasi cosa facciamo, ogni nostra scelta, è in qualche modo influenzata dalle nostre paure. Quando prendiamo una decisione non ci sbilanciamo troppo per non superare quella linea che ci siamo prefissati che divide il sicuro dall’ignoto.

Abbiamo paura di avere paura, perciò tendiamo a rimanere dall’altra parte della linea, ma così facendo non ci rendiamo conto che tratteniamo con noi ogni nostro dubbio e che il modo migliore per vincere queste incertezze che ci spaventano è quello di oltrepassarla, cadere nell’ignoto e conoscere ciò che troveremo dall’altra parte.

Con questa citazione Dick Halloraan intende dire che il mondo si nutre delle persone che preferiscono circondarsi delle proprie ansie piuttosto che liberarsene, perché non riuscire a superare i propri limiti ci fa diventare prevedibili e manipolabili.

Finché Dan era circondato dalle sue paure, il Nodo ha fatto di tutto per rubargli anche l’ultima scintilla di Luccicanza, ma nel momento in cui le ha affrontate, non solo ha salvato se stesso dalle forze oscure, ma ha salvato anche la vita di una bambina e di molte altre Luccicanze.

ASPETTI TECNICI

Sin dall’inizio il film ci dà il benvenuto con numerose riprese dall’alto e molto larghe, strettamente ispirati al tipo di riprese utilizzate in The Shining.
La pellicola è caratterizzata da movimenti di camera orizzontali e dissolvenze tipiche di Kubrick, che ti fanno immergere completamente facendoti dimenticare di essere in un film di un altro regista.

Flanagan ha mantenuto il suo stile, specialmente nell’uso del colore verde nella scenografia e ha fatto suo lo stile di Kubrick traendone il meglio.

Come accennato, Flanagan mantiene il suo stile nel concentrare la narrazione sull’aspetto psicologico, eliminando i banalissimi jumpscare, dando una caratterizzazione al suo progetto. Questo è un aspetto che ritroviamo anche in Kubrick ed è quindi utile per lo spettatore per mantenere un filo conduttore tra le due storie. Ma non è finita qui!

EASTER EGGS

Come c’era da aspettarselo, quando si fa un sequel di un capolavoro cinematografico a distanza di anni, il minimo che si deve fare è attingere al capolavoro stesso e prendere quello che definiamo iconico e riprodurlo. Questo non vuol dire che si deve copiare o semplicemente riportare in scena immagini già viste, ma vuol dire riadattarle secondo lo stile del nuovo regista e renderle proprie. Flanagan ci è riuscito alla perfezione, senza un minimo di sbavatura ed ha riempito il film di Easter Eggs offrendo una quantità incredibile di citazioni visive tratte da The Shining rielaborate e riadattate.

E’ stato commovente, dall’apertura del film, con la famosa colonna sonora di The Shining, Dies Irae, alla fine, con il cuore dell’hotel che batteva in sottofondo.

Inutile dire che Doctor Sleep mi ha sorpresa. Mi aspettavo un bel film, ma non di certo a questo livello! Doctor Sleep è il degno erede di The Shining che concilia perfettamente il libro da cui è tratto e il capolavoro immortale di Kubrick, diventando a sua volta immortale.

MENZIONE SPECIALE

Vorrei soffermarmi su Ewan McGregor, il quale si è fatto carico di un’enorme responsabilità: quella di rendere omaggio ad uno dei personaggi e ad una delle storie più famose al mondo. Ewan è uno dei pochi attori a cui io stessa avrei affidato il ruolo, perché è uno dei pochi attori che mette in primo piano la performance, piuttosto che il proprio nome ormai famoso.
Dalla caratterizzazione del personaggio che vediamo prima allo sbando, dopo aver toccato il fondo, e poi crescere e superare le proprie paure. Alla capacità di linguaggio del corpo: inizialmente solo gli occhi, visto il viso coperto da una lunga barba, e infine tutto il corpo, prendendo d’ispirazione i movimenti di Jack Nicholson.

Inoltre Rebecca Ferguson eccezionale nei panni di Rose Cilindro, ha dato vita ad un “villain” che a mio parere resterà immortale nella cultura cinematografica.

IN CONCLUSIONE

Se volete visitare l’Overlook Hotel nel 2019 e non avete paura della neve, vi invito a fare questo coinvolgente viaggio!

9/10

Cami

Camilla

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