NARCOS MESSICO – SECONDA STAGIONE

Con le prime due stagioni di Narcos, la serie culto incentrata sull’ascesa e la caduta del più grande narcotrafficante di tutti i tempi, Pablo Escobar, Netflix sembrava aver ormai chiuso con droga e narcotraffico. E invece, stupendo tutti, Carlo Bernard e Doug Miro, i creatori della serie, non solo ci hanno regalato una terza stagione ma anche quello spin – off con i fiocchi
che è Narcos Messico.
La seconda stagione, appena approdata su Netflix soddisfa le aspettative, confermandosi un altro grande capolavoro targato Netflix.


Non si gioca con la DEA

Dopo l’omicidio dell’agente della DEA, Kiki Camarena, la vita comincia a farsi veramente complicata per la federazione di narcotrafficanti messicani guidata da Miguel Ángel Félix Gallardo (interpretato magistralmente da Diego Luna).
E come già le prime stagioni di Narcos ci avevano insegnato, quando la vita si fa dura vince il più cattivo. La DEA, dal canto suo nonostante i pochi finanziamenti sa essere cattiva quanto il peggiore dei narcotrafficanti ed è disposta a tutto pur di catturare Gallardo, l’uomo considerato il mandante dell’omicidio dell’agente Camarena.

Gallardo, che proprio come Pablo Escobar sa come giocare le sue carte, non ha la minima intenzione di lasciarsi arrestare ma la DEA e gli Stati Uniti non sono il suo unico problema al momento. In un periodo già parecchio complicato, i capi delle diverse piazze della Federazione di Gallardo decidono infatti che il regime instaurato da Gallardo non fa più a caso loro, preannunciando già la guerra tra i cartelli che sconvolgerà il Messico negli anni 90, facendo rimpiangere alle DEA persone come Gallardo.


Non si scherza con i Colombiani

Nonostante l’incredibile potere e un patrimonio a quasi nove zeri, Miguel Ángel Félix Gallardo non è ancora il signore indiscusso della droga e mai lo sarà. A detenere questo titolo sono infatti i colombiani che a differenza dei messicani hanno la materia prima e di conseguenza sono loro a muovere le pedine della scacchiera. Pacho Herrera, che si conferma come uno dei migliori personaggi in assoluto dell’intera serie, è intenzionato a vedere affondare Gallardo e tutto il suo impero perché anche gli affari dei colombiani hanno risentito delle conseguenze del brutale omicidio dell’agente Camarena. L’unica speranza per Gallardo sembrerebbe quella di sconfiggere definitivamente i colombiani per conquistare il monopolio della cocaina, ma per farlo dovrà stringere alleanze che solo Escobar avrebbe ritenuto fattibili. Per farlo, Gallardo avrebbe dovuto avere una Federazione unita pronta a supportarlo, non divisa da faide interne e rivalità che mai si dissiperanno.


Leyenda

Questo è il nome dell’operazione segreta avviata dalla DEA per vendicare Kiki Camarena. Solo che fin dalla prima puntata è chiaro che a nessuno, fuorché qualche agente facente parte della missione, interessi fare giustizia per Kiki. Ma nemmeno vendetta. E in Narcos spesso le due coincidono.
La missione, guidata dall’agente Breslin, verrà infatti intralciata dai piani alti di CIA e FBI, che non hanno la minima intenzione di far sapere al mondo quanto siano marce le loro fondamenta. Ed è proprio questo uno dei punti forti della serie, che ha reso Narcos semplicemente Narcos.

I creatori di Narcos sanno che cosa sia la corruzione e sanno che non sono solo i politici e la polizia messicana e colombiana ad essere corrotti. Lo zio Sam è il più corrotto di tutti, e dopo anni di film e serie tv che esaltano gli Stati Uniti, Narcos denuncia tutto in maniera semplice e diretta, senza troppi giri di parole.

Un viaggio nella mente di un Narcos

Altro elemento che ha permesso a Narcos di conquistare una sua propria reputazione è il modo in cui lo spettatore viene fatto entrare nella mente dei protagonisti, la cura nella costruzione dei personaggi che solo poche serie possono vantare. Avevamo avuto già la possibilità di esplorare la mente geniale – quanto diabolica – di Pablo Escobar nelle prime due stagioni, arrivando quasi a provare compassione per uno degli uomini più pericolosi della storia. Lo stesso lavoro era stato fatto con gli agenti Murphy e Peña, un viaggio tortuoso che si e concluso con la morte di Escobar.
Nella terza stagione si è sentita la mancanza di questa vicinanza con i protagonisti, forse perché c’erano più personaggi su cui focalizzarsi e decisamente meno materiale su cui basarsi.

Ma con Narcos Messico sembra quasi di tornare alle origini. Certo, il Messico non è la Colombia e Gallardo non è Escobar, eppure il lavoro dei scenggiatori ci ha permesso ancora una volta di scontrarci con i personaggi e capirne la loro storia. E in questa seconda stagione gli sceneggiatori si sono davvero superati, dando a ogni personaggio una storia importante e mai banale, rendendo ancora più umani – e mostruosamente freddi – i personaggi della serie. E Felix Gallardo, un poliziotto che, tradendo chiunque potesse essere tradito, riesce a costruirsi un impero è sicuramente il miglior personaggio della serie, solo un gradino inferiore a Pablo.


Voto: 9.5
Sara

Sara

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