Demian

Demian è uno di quei capolavori letterari che per un caso fortuito o per propria cultura personale si finisce a leggere almeno una volta nella vita. Una volta che ne siamo venuti a conoscenza, però, è impossibile ignorarlo. Entra nelle nostre vite e ci accompagnerà negli anni, in una crescita che non avrà mai fine.

Hermann Hesse scrive Demian durante la prima guerra mondiale, trasformando la sua crisi interiore, i suoi dubbi e la sua crescita, in parole. Lo scrive davanti all’esigenza di imparare a conoscere il mondo in cui egli vive e non soltanto passarci attraverso indifferente. 
Possiamo notare i notevoli influssi culturali del tempo, come Nietzsche o Carl Gustav Jung, e possiamo sicuramente definirlo come uno dei romanzi di formazione più intensi. 

IL ROMANZO

Emil Sinclair, protagonista della storia, ci farà vivere in prima persona la sua vita tormentata dalla vita stessa.

Ho trovato grande somiglianza con Il Giovane Holden di J. D. Salinger. Parliamo di due giovani che si ritrovano catapultati all’improvviso nella vita reale, costretti a guardarla in faccia per la prima volta. 
Durante la loro infanzia, ma così per ognuno di noi, la vita è fatta di ciò che la nostra casa racchiude. Fin quando siamo piccoli, o fin quando abbiamo il bisogno di crederlo per sentirci al sicuro, il mondo è fatto solo di ciò che vogliamo vedere.
Tra le mura della nostra casa, insieme all’amore dei genitori e grazie alle loro apprensioni, cresciamo al sicuro e protetti. Ciò che vediamo in Emil, e anche in Holden, è proprio il distacco da questo mondo confortevole e ideale. 

“Per raccontare la mia storia devo incominciare dal lontano inizio. Se mi fosse possibile, dovrei risalire molto più addietro, fino ai primissimi anni della mia infanzia, e più oltre ancora nelle lontananze della mia origine.”

I DUE MONDI

Per Emil è stato come svegliarsi da un sogno bellissimo, come essere riportati bruscamente alla realtà mentre si è persi nei propri pensieri. Infatti è successo proprio questo a Emil, quando un giorno si è reso conto che il mondo in cui aveva vissuto fino a quel momento, non era il solo. 
Demian gira introno a questo concetto: l’esistenza di due mondi, del bene e del male. Essi non sono concetti separati, essi convivono insieme, si incontrano e si mescolano dando vita alla realtà che spesso ignoriamo. 
Hesse ha quel potere incredibile di poter mettere per iscritto, di trasformare in parole, un concetto che abbiamo davanti agli occhi ogni giorno. Qualcosa che però è troppo profondo e, forse, per alcuni, incomprensibile, da poter vedere. 

DEMIAN

Per parlare dell’esistenza di questa dicotomia, Hesse fa riferimento a immagini bibliche, mostrandoci gli insegnamenti che ne vengono tratti e anche qualcos’altro. Emil incontra Demian, un giovane senza età, con una mente senza tempo, quasi un alieno ai suoi occhi per la sua immensa conoscenza. Eppure Demian non è solo conoscenza, è la voglia stessa di voler guardare, conoscere, studiare, farsi un’idea propria. Grazie a Demian, infatti, Emil guarderà le cose da un’altra prospettiva, questo forse lo porterà a una vita travagliata, ma sicuramente più vera.

“Ci doveva essere un che di femminile, e per un istante quel volto non mi parve né maschile o puerile, né vecchio o giovane, ma in qualche modo millenario, fuori del tempo, con l’impronta di secoli diversi dai nostri. Così possono essere animali o alberi o astri, non avrei saputo dire; non sentivo esattamente ciò che ne dico ora da adulto, ma qualcosa di simile. […] non so com’era, ma era diverso, incredibilmente diverso da tutti noi.”

Emil, cresciuto tra l’amore dei suoi genitori, l’innocenza e le preghiere, un giorno si ritrova a mentire e da quella piccola e innocua bugia, tutto si trasformerà. Il suo stesso Io si trasformerà. Quella bugia è stato il suo modo per conoscere per la prima volta l’altra faccia della medaglia: il male. Come risucchiato, Emil dovrà dire addio al candido bene, perché ha attinto al male da cui la sua casa famigliare lo aveva sempre protetto. 
Nella sua mente avviene una forte separazione tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, cosa si deve e cosa non si deve fare. Così il suo animo è a sua volta diviso in due, tormentato dalla mancanza di una possibile riconciliazione. 

Le cose prenderanno un’altra strada dall’arrivo di Demian, che per Emil, non sarà solo un amico, un compagno, un mentore, sarà anche il suo sogno, il suo demone, il suo desiderio. Un’unione tra bene e male, in un unico dio che accompagnerà Emil per sempre.
Cogliamo uno degli aspetti più interessanti sin dalle prime pagine. Intuiamo immediatamente il compito che si è prefissato Hesse: andare oltre le apparenze, scavare più affondo, ma soprattutto, dubitare di ciò che per molti è sempre stato dato per scontato. Lo vediamo nella storia di Caino e Abele, i secoli di credenze e di insegnamenti attorno a questa storia biblica. La distinzione netta tra il giusto il sbagliato, eppure grazie a Demian vediamo quanto possa essere facile cambiare punto di vista: e se fosse Caino il buono? 

Demian insegna a Emil che distinguere il bene dal male, piuttosto che imparare a viverli entrambi, è una preclusione che l’essere umano fa a se stesso spontaneamente. Eppure non è la strada giusta da intraprendere. Ovviamente non distinguere il bene dal male, non vuol dire non saperli riconoscere, dopotutto è ciò che differenzia gli esseri umani dagli animali. 

“Uno può finire poeta o pazzo, profeta o delinquente, non è affar suo, e in fin dei conti è indifferente. Il problema è realizzare il suo proprio destino, non un destino qualunque, e viverlo tutto fino in fondo dentro di sé.”

IN ORIENTE

Per puro caso, cercando su internet un aspetto del libro che non mi era chiaro, mi sono imbattuta in un articolo che parlava dell’impatto che Demian avesse avuto sul mondo orientale. Dalla testimonianza di una ragazza coreana ho compreso quanto, specialmente in oriente, la dicotomia menzionata è presente. Quanto la bellezza delle apparenze sia solo un aspetto della realtà, quello in cui si deve credere per vivere bene. Quanto quindi è importante tenere separato il giusto dal sbagliato. Hesse, con il suo Demian, vuole proprio distruggere quest’idea ormai radicata nelle nostre menti che ci portano ad ammirare alcune cose e a ripudiarne altre, perché queste convivono e non esistono le une senza le altre.

Cami

Camilla

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