SORRY WE MISSED YOU

Ken Loach è un regista spietato. Attivo nel “kitchen sink realism”, un movimento artistico inglese con delle forti connotazioni socio-culturali, Loach si è sempre schierato in prima linea insieme a tutti quei “angry young men” che non accettarono di rimanere in silenzio di fronte alla precaria situazione sociale del proletariato inglese degli anni sessanta.

Regista e attivista, Loach ha creato pellicole crude e taglienti trattando temi che mostrassero l’evoluzione della società inglese in tutte le sue contraddizioni. Il dramma della disoccupazione, della povertà, evidenziando come per anni i diritti dei lavoratori venissero liberamente calpestati. É dunque evidente lo sguardo critico e cinico del regista inglese, che compie ancora un passo avanti con la sua ultima pellicola, “sorry we missed you”, presentato e acclamato alla ultima mostra del cinema di Cannes.

Insieme alla solida sceneggiatura del suo fidato braccio destro, Paul Laverty, Loach lancia una dura accusa nei confronti della politica inglese, mettendo in primo piano le difficoltà di una famiglia proletaria costretta ad affrontare una vita piena di debiti e incertezze, che inevitabilmente sfocia in un dramma famigliare senza esclusioni di colpi.

La Famiglia Turner

Sorry We Missed You, di Ken Loach. La recensione - Sentieri Selvaggi

Gli occhi cerchiati dal sonno, i volti completamente distrutti dalla stanchezza, la fatica che traspare da un singolo sguardo. Ken Loach introduce così la famiglia Turner, protagonista di questa storia sociale che porta all’esasperazione lo sforzo di reagire a questa durissima crisi economica.

“Ho fatto di tutto” ammette quasi esasperato Ricky Turner (Kris Hitchen), al colloquio di lavoro per ottenere un posto in una ditta di consegne. Il suo obiettivo è iniziare finalmente a lavorare indipendentemente, aprendo con il tempo la propria attività freelance.

É convinto che questo sia l’unico modo per salvare la famiglia, composta dalla moglie Abbie e dai due figli Sebastian e Liza Jean, da una rovinosa caduta. Dovrà presto scontrarsi con un posto di lavoro che sfrutta fisicamente e psicologicamente i suoi lavori, rendendoli schiavi della puntualità, attenti solo al profitto e indifferenti di fronte ai sacrifici di coloro che vedono questo lavoro come ultima salvezza.

Abbie Turner

Sorry We Missed You - Cinematografo

Ricky necessita quel lavoro. Desidera possedere una casa, dare stabilità alla sua famiglia, regalare un futuro promettente ai suoi figli. Ma il lavoro lo logora completamente, e ben presto sfoga la sua frustrazione sulla famiglia, che dal suo punto di vista non sembra comprendere l’enorme impegno che ogni giorno è costretto ad affrontare.

La vita ha abbattuto completamente Ricky, che non è più in grado di sostenere tutti gli ostacoli, famigliari e lavorativi che è costretto a fronteggiare giornalmente. Si scontra continuamente con il figlio Seb, che non sembra trovare più alcun linguaggio comune con il padre. Sfoga con l’arte il suo disagio, convinto che non ci sia alcun futuro per lui.

Chi sembra tenere insieme una famiglia che pare destinata al fallimento è Abbie (Debbie Honeywood), moglie di Ricky. Nessuno come lei conosce l’arte della pazienza. Abbie incanala in sé tutta l’insoddisfazione che i membri della famiglia Turner vivono giornalmente, trasformandola in qualcosa di gestibile. Lavora come assistente domiciliare per anziani e malati e i ritmi massacranti non le permettono di vivere la realtà famigliare quanto desidererebbe. Si rende conto di quanto i suoi figli, in particolare la piccola Liza Jean (“non dorme da giorni!”) ne risentano, ma cerca comunque di dimostrarsi sempre presente e attenta ai bisogni di tutti. Diventa il cuore pulsante dell’intero nucleo famigliare che senza di lei rischierebbe di implodere.

La firma di Ken Loach

“Sorry we missed you” è un ritratto famigliare che colpisce emotivamente e psicologicamente lo spettatore. Il regista affronta il tema della disoccupazione e della crisi finanziaria allontanandosi dal tono documentaristico e “patemico” che viene spesso adottato nel descrivere drammi sociali.

Loach racconta una lotta. La lotta di un padre per trovare un’indipendenza lavorativa, la lotta di una madre per salvare la propria famiglia. E soprattutto la lotta di due figli che vivono in un contesto degradato, in una casa dai muri scrostati che non sentono neanche loro perché non la possiedono davvero.

Il regista, grazie anche all’acuta e brillante sceneggiatura di Laverty, crea una pellicola ad altissima tensione, che rischia di esplodere da un momento all’altro. Inserita in un mondo in cui la schiavitù e la deumanizzazione non sono un lontano ricordo sparito nella storia, ma fanno parte di una realtà tangibile, nella quale molti lavoratori sono costretti a vivere. Per avere un futuro per se stessi e per la propria famiglia. Per non crollare.

Film Forum · SORRY WE MISSED YOU

Vittoria

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