Un bambino chiamato Natale di Matt Haig – Recensione

La trama di Un bambino chiamato Natale

Adesso lo sanno tutti, chi è Babbo Natale. Ma c’è stato un tempo in cui, anche se sembra incredibile, non lo conosceva proprio nessuno. È stato quando era solo un ragazzino di nome Nikolas, che viveva nella seconda casa più piccola di tutta la Finlandia, con un padre che faceva il taglialegna, una zia che aveva un bruttissimo carattere e una bambola-rapa, che poi è misteriosamente scomparsa. Questa è la sua storia vera, un’avventura piena di neve, rapimenti, renne scontrose, topi sognatori, e poi ancora neve, elfi, troll, sempre neve, di nuovo neve e magia, tanta magia. La magia, se ci si crede, non tradisce mai! Da uno dei più amati autori inglesi contemporanei, una storia per tutti quelli che credono a Babbo Natale.

Il romanzo

Babbo Natale ogni anno dona gioia ai bambini, ma vi siete mai chiesti come era lui da bambino? E soprattutto, lo è mai stato davvero? Lucas, il figlio di Matt Haig, pone questo interrogativo al padre e l’autore decide di rispondergli proprio con questo romanzo.

Di storie di Natale ce ne sono tante ma nessuna è mai stata così originale, dolce e accogliente come questa. Nikolas è un bambino povero e orfano di madre. Nonostante il dolore della perdita e la scarsità di cibo, quel poco è abbastanza per lui. Non è della stessa opinione il padre: desideroso di dare uno stile di vita migliore al figlio, sotto richiesta del re decide di partire in una spedizione verso Elfhelm, la città degli elfi. Se riuscirà a tornare consegnando al re della speranza, sarà ricompensato con molto denaro. Elfhelm non è un luogo sconosciuto per Nikolas: sua madre era solita raccontargli storie sugli elfi, sulla loro felicità e, soprattutto, sulla loro magia.

Nonostante il padre affiderà Nikolas all’antipatica zia Carlotta, il bambino in seguito deciderà di partire per aiutare il padre. Non sarà da solo in questo tortuoso viaggio: l’adorabile topolino parlante Miika e la renna Lampo lo aiuteranno a raggiungere l’obiettivo.

Il pellegrinaggio di Nikolas è un vero e proprio percorso di formazione. Ma non stiamo parlando di un ragazzino totalmente sprovveduto. La sua impresa gli permetterà di mettere in pratica le virtù che già possiede: un’immensa bontà d’animo, spirito di iniziativa e tanta speranza che gli permette di vedere il lato positivo anche nei momenti più bui. Ed è proprio la speranza il fulcro della narrazione, unito al dolore e alla mancanza di fiducia nelle persone. Sono tutti sentimenti che diversi personaggi provano dopo aver subìto esperienze tragiche. Credere in qualcosa, avere speranza e nutrire fiducia negli altri ti espone al pericolo della perdita e della delusione: un rischio al quale nessuno è più disposto a rischiare. 

È molto interessante notare quanto la paura di essere esposti possa cambiare sia le persone che l’ambiente circostante. Alcuni di loro isolano persino un’intera società, trasformando valori come la generosità in odio e sospetto verso il prossimo. Ma è proprio qui che entra in gioco Nikolas: la sua sola presenza è magica perché con la sua bontà è in grado di cambiare persone e situazioni, portando speranza e amore. 

Oltre a questi temi, l’autore parla anche del lutto. È uno dei pochi autori che riesce a parlarne direttamente ai più piccoli, senza mezzi termini, lasciando agli altri autori il compito di indorare la pillola su eventi tanto tragici. Eppure lo fa in un modo delicato, facendo capire che il dolore e la perdita fanno parte della vita ma che non è tutta lì: si può trovare amore, calore e speranza anche in altri tipi di famiglie.

Insomma, Matt Haig è stato in grado di raccontare una storia sul Natale in un modo non convenzionale sotto tanti punti di vista. Un romanzo colmo di messaggi importanti e di magia che può piacere anche agli adulti. Se ne avete l’occasione, vi consiglio di guardare l’omonimo film uscito da poco su Netflix. Delle motivazioni valide per guardarlo? Fotografia magica, colori brillanti, atmosfere incantate. E se ancora non vi ho convinti, vi basti sapere che il cast annovera due personaggi della saga di Harry Potter: Maggie Smith (la professoressa McGranitt) e Jim Broadbent (il professor Lumacorno).

Federica

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