Musica al cinema – quattro musical da non perdere

Corre l’anno 1927, quando nelle prime sale cinematografiche americane arriva sul grande schermo una pellicola che cambierà per sempre il modo di fare cinema. É infatti “il cantante di jazz” a cambiare le carte in tavola, presentando per la prima volta al grande pubblico un film sonoro. Inutile dire lo scalpore che tale evento generò nel mondo del cinema dell’epoca. Il cinema, dalla sua nascita e per tutta la sua lunga e prosperosa vita, ha subito infinite e cicliche rivoluzioni, che l’hanno portato a essere quell’evento mediatico contemporaneo che tanto è in grado di appassionare.

L’unione tra le due arti che più sono in grado di smuovere emotivamente lo spettatore, musica e cinema, ha decretato l’ennesimo passo avanti per un’arte che ha da sempre tanto da offrire. Oggi il musical è un genere caro a critica e pubblico, in grado di persuadere un’audience sempre più ampia ad accorrere in sala a vivere sulla propria pelle un’esperienza che colpisce nel profondo. Lo sa bene Damien Chazelle, che con l’incantevole “La La Land” si è portato a casa ben sei statuette (su 14 nomination!) agli Oscar del 2016. E anche l’Italia indugia su questo genere tanto prolifico, e grazie a due registi a dir poco avanguardisti, i Manetti Bros, tenta e vince con “Ammore e Malavita”, una novella nostrana che si muove a suon di musica e pallottole.

Quello del musical è dunque un genere prediletto nell’olimpo cinematografico, che trasporta delicatamente lo spettatore in un mondo dove la vita può essere salva con la canzone giusta. Ecco dunque quattro titoli per immergersi completamente in questo magico mondo che avanza a suon di musica.

Les Misérables

Les Misérables: recensione del capolavoro di Tom Hooper

É necessario partire con i grandi classici. Tratto dal celebre e stimato romanzo di Victor Hugo, “I Miserabili”, l’opera ha come scenario la Francia rivoluzionaria del diciannovesimo secolo e vede come protagonista il prigioniero Jean Valjean, alla ricerca della sua redenzione fisica e spirituale. Vagando tra le luminose strade di Broadway e il caotico West End londinese, sembra impossibile non imbattersi nei cartelloni dell’omonimo musical. “Les Misérables”, ancor prima di giungere sul grande schermo, resta infatti uno dei titoli più rinomati e apprezzati dal grande pubblico, pronto ad affrontare code interminabili per rimediare il posto migliore nei teatri più famosi al mondo.

Ma la versione cinematografica, diretta dal premio Oscar Tom Hooper, non ha niente da invidiare alla sua controparte teatrale. Con un’imponente scenografia, per ricreare al meglio gli angusti vicoli parigini e le immense barricate, il regista trasporta lo spettatore nel cuore della rivoluzione francese. Ma è la colonna sonora, firmata dal musicista Claude-Michel Schönberg, a creare un’atmosfera totalizzante e coinvolgente nello spettatore. Impossibile non commuoversi di fronte al pianto disperato di Fantine (Anne Hathaway, premio Oscar per il ruolo), costretta sola ad affrontare un infausto destino. E altrettanto impossibile non sentire il cuore pieno di trepidazione dopo il canto rivoluzionario, “Red and Black”, intonato dal popolo pronto a lottare contro una realtà che tenta in tutti i modi di abbattere il loro spirito.

Hugh Jackman riesce a dare nuova vita al personaggio di Jean Valjean, e la sua voce diventa la colonna portante di tutta la pellicola, in grado di trasmettere la sofferenza e il desiderio di rivalsa di un uomo che ha vissuto quasi vent’anni della sua vita in prigione, per un atto di amore disperato nei confronti della sorella. Il musical per antonomasia.

Funny Girl

Funny Girl (1968) directed by William Wyler • Reviews, film + cast ...

Per riuscire nel faticoso intento di creare il musical perfetto, un elemento chiave da tenere in considerazione è assicurarsi che vi siano le voci adatte per raggiungere il successo sperato. Voci potenti e trascinanti, calde e appassionanti. Una descrizione calzante della fenomenale voce di Barbra Streisand, capace di estasiare il pubblico con delle interpretazioni impossibili da dimenticare, in grado di togliere il fiato.

C’è una forte vena autobiografica nella pellicola che vede protagonista la stessa Streisand, “Funny Girl”. Fanny (nomen omen) è una ragazza buffa, anche nell’aspetto. Spesso messa in secondo piano perché non canonicamente affascinante (si è spesso parlato del “naso” dell’attrice), Fanny è però in grado di brillare come nessun’altra, grazie a una voce portentosa e una buona dose di sicurezza in se stessa. La sua ambizione la renderà ben presto una star, merito anche di una portentosa simpatia e autoironia che le permetteranno di spiccare su tutti gli altri.

“Funny Girl” è anche una sentita storia d’amore. L’avvenente Nick Arnstein (Omar Sharif) cadrà ben presto ai suoi piedi, affascinato non solo dal suo incredibile talento, ma anche da quel volto un pò “buffo” che cela una bellezza pura e ineguagliabile. Che si sprigiona totalmente nel pezzo forte del film, quando Fanny mette tutto il suo cuore e la sua anima nella splendida “don’t rain on my parade”. Indimenticabile.

Sweeney Todd

Sweeney Todd: The Stud of Fleet Street

Tim Burton did it again. Tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila pochi registi erano in grado di mostrare uno stile così ineguagliabilmente personale come Tim Burton. Un artista di nome e di fatto, Burton ha confezionato pellicole che oggi vengono considerate dei veri e propri cult del cinema, adottando un’impronta tra il dark e il cartoonesco che per anni l’ha contraddistinto. É inutile quanto triste decretare che negli ultimi tempi Burton abbia perso un pò il suo tocco magico, ma sono numerosi i film indimenticabili che ha prodotto e girato nel corso degli anni.

“Sweeney Todd”, oltre a essere un perfetto prodotto “burtoniano”, nasce come opera teatrale di grande successo, che racconta la “infamous” storia di Benjamin Barker, divenuto il cruento barbiere Sweeney Todd per vendicare la morte della moglie e la perdita della figlia Johanna. Insieme alla bizzarra Mrs Lovett (la superba Helena Bonham Carter), Benjamin mette in atto il suo folle piano, trascinando la periferia di Londra in una sanguinolenta spirale del terrore.

L’opera diventa una pellicola quasi interamente cantata, una ballata senza fine che trascina lo spettatore nella disperata follia di un uomo che ha perso ingiustamente tutto e tenta in qualsiasi modo di salvare chi ama. Anche a costo di tagliare un pò di gole. Il grottesco, tipico di Tim Burton, si unisce a una messa in scena spiccatamente teatrale, dove Johnny Depp e Helena Bonham Carter risaltano per una estasiante chimica. Che nasce da una buona dose di follia.

The Rocky Horror Picture Show

Solo divertimento nel “Rocky Horror (Picture) Show” - exlibris20

Se la trasgressione avesse un nome, sarebbe sicuramente “Rocky Horror Picture Show”. Abiti succinti e personaggi a dir poco disinibiti diventano il cuore di questo musical di grande successo mondiale, una vera opera avanguardista per l’epoca. Basti pensare che il Dr. Frank-N-Furter, lo scienziato protagonista dell’opera, è un “sweet transvestite”, come lui stesso canta in una delle canzoni più famose della storia dei musical.

Se il musical di Broadway resta ancora oggi uno dei più amati dal pubblico, è il film di Jim Sharman a essere entrato nella storia come uno dei cult più famosi della storia del cinema. Resta dopotutto indimenticabile l’interpretazione di Tim Curry, che indossate le calze a rete e i tacchi glitterati, si trasforma nel provocatorio Frank-N-Furter.

Janet e Brad, l’ingenua coppia che suo malgrado deve entrare nell’imponente castello dello scienziato e dei suoi eccentrici aiutanti, prendono il volto di Susan Sarandon e Barry Bostwick. Ma ben presto, a contatto con il folle mondo nel castello, i due perderanno gradualmente la loro innocenza e si perderanno totalmente nella trasgressione più totale. Una pellicola pop e provocante, tanto nella scenografia quanto nella colonna sonora. Che raggiunge il suo apice con “Time Warp”, un (gioco?) danzante in grado di spingersi sempre più in là. Esattamente come questo splendido musical.

Vittoria

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