5 FILM POST APOCALITTICI PERICOLOSAMENTE VICINI A NOI

E’ tristemente ironico che il mio genere cinematografico preferito, basato sulla finzione e le teorie più disparate, si sia avvicinato tanto irruentemente a quella che è la mia (e la nostra) vita di tutti i giorni.
Anni fa le apocalissi erano solo un pretesto per creare disaster movie di seconda mano e capolavori unici e inimitabili ma ora ciò che si presenta sotto i nostri occhi è solo una rappresentazione imbellettata della fine che ci aspetta.

E’ ora di aprire gli occhi e guardare con diversa consapevolezza un genere da sempre rilegato allo spettacolo e al potere dinamico che la distruzione insinua nello spettatore, abituato però a tenere il canale emotivo disintonizzato. Perché tanto è solo un film, non accadrà mai… vero?

INTERSTELLAR

We’ve always defined ourselves by the ability to overcome the impossible. And we count these moments. These moments when we dare to aim higher, to break barriers, to reach for the stars, to make the unknown known. We count these moments as our proudest achievements. But we lost all that. Or perhaps we’ve just forgotten that we are still pioneers. And we’ve barely begun. And that our greatest accomplishments cannot be behind us, because our destiny lies above us.

Il capolavoro indiscusso di Christopher Nolan, il mio film preferito in assoluto e il caposaldo di questa classifica. La Terra sta morendo e la risposta è tra le stelle.
Interstellar è una storia di sacrifici, di umanità e di emozioni, raccontata con un realismo scientifico impressionante tra le note di una colonna sonora avvolgente e maestrale. Tre ore che volano verso il climax dal finale sbalorditivo, così ricco di dettagli e di plot-twist da lasciare letteralmente con la bocca spalancata.

Le teorie fisiche su cui si basano i viaggi spaziali all’interno del film hanno solide fondamenta tra le leggi della relatività e per tanto rendono ciò che guardiamo estremamente plausibile. Come premesso, quanto succede è solamente un’esagerazione di quanto potrebbe accadere se disponessimo delle giuste tecnologie.

MAD MAX: FURY ROAD

I exist in this wasteland… A man, reduced to a single instinct: Survive.

Questo film è adrenalina pura. Una sorta di reboot della saga di Mad Max degli anni ’80, sempre firmata dallo stesso George Miller.

Le premesse sono sempre quelle: la Terra è ormai /letteralmente/ agli sgoccioli e benzina ed acqua sono diventati beni talmente preziosi da spingere l’umanità a distruggersi tra loro per averne il monopolio. Non molto diverso da quello che succedere ora, dopotutto.

A rendere unico il film e a discostarlo dalla trilogia originale, non ci sono solo il trucco, i costumi e gli effetti speciali ma anche il culto tirannico al potere della Cittadella. Il regime dittatoriale per nulla sottile o complesso, dove l’esercito è composto da uomini soggiogati e privi di moralità, al servizio del loro capo supremo che fa delle donne incubatrici fertili per alimentare la sua schiera di guerrieri.

L’apocalisse sembra aver cancellato ogni senso d’umanità presente negli uomini stessi, perché a contare è solo l’istinto di sopravvivenza.

WATERWORLD

Nothing’s free in Waterworld.

Se l’elemento dominante in Mad Max è il deserto, simbolo dell’estrema siccità di quel futuro specifico, in Waterworld tutto è sommerso dall’acqua a causa dello scioglimento dei ghiacciai (suona familiare?).

A differenza degli altri film presenti in questa lista, Waterworld ha ormai i suoi anni (1995) ma, per chissà quale motivo, io lo ricordo nitidamente come uno di quei film che quando sei piccolo ti impressionano ma non sai ancora il perché. E’ un ricordo che mi scalda il cuore, perché io l’avevo vissuta come una storia di pirati e di romantiche avventure oceaniche ma riguardarlo con una diversa maturità accresce in me un senso estremo di angoscia.

La pellicola ha sicuramente molti difetti ma esplora, prima di molte altre, un fattore decisamente interessante che, chissà, non dovremo affrontare anche noi un giorno. Il protagonista, Mariner, è un mutante. Il suo corpo si è adattato ed evoluto al nuovo ambiente che lo circonda, permettendogli così di sopravvivere.

SNOWPIERCER

I believe it is easier for people to survive on this train if they have some level of insanity. As Gilliam well understood, you need to maintain a proper balance of anxiety and fear and chaos and horror in order to keep life going. And if we don’t have that, we need to invent it. In that sense, the Great Curtis Revolution you invented was truly a masterpiece.

A questo giro la Terra rivive una seconda era glaciale a causa dell’uomo stesso, che nel tentativo di intervenire nel riscaldamento globale ha solamente peggiorato le cose. Non è il primo film che ha come protagonista il ghiaccio e le temperature antartiche, ma è di certo il primo film post-apocalittico dove il treno è un elemento fondamentale. Non solo come marchingegno di salvezza per i sopravvissuti ma anche come metafora di vita concreta.

C’è chi sta in testa e chi sta in coda, è l’ordine naturale delle cose e forse l’unico modo per fermare la ruota (o il treno?) è spezzarla.

WORLD WAR Z

Mother Nature is a serial killer. No one’s better. More creative. Like all serial killers, she can’t help but the urge to want to get caught. But what good are all those brilliant crimes if no one takes the credit? So she leaves crumbs. Now the hard part, while you spent decades in school, is seeing the crumbs for the clues they are. Sometimes the thing you thought was the most brutal aspect of the virus, turns out to be the chink in its armor. And she loves disguising her weaknesses as strengths. She’s a bitch.

Sì, un film di zombie. Ma un film di zombie con cervello, per così dire.

World War Z è, di nuovo, plausibile. Non si sa come, quando o perché ma improvvisamente in tutto il mondo un virus letale infetta una gran porzione della popolazione che, fuori controllo, diventa rabbiosa. Il loro solo istinto è quello di mordere ed infettare chi è sfuggito al virus.

A rendere il virus intelligente e di conseguenza molto interessante il film è la scoperta fatta dal protagonista durante un attacco a Gerusalemme. Gli zombie non attaccano un bambino malato di cancro. Perché? Beh, perché dovrebbero? I deboli e i malati non sarebbero di alcun aiuto in un’orda o in un esercito che sia ed è proprio quella la scintilla della speranza.

Le carte si ribaltano e l’unico modo per sopravvivere è quello di rinunciare alla propria forza, nel tentativo di arrivare alla radice dell’infezione virale. Perché come dice il film stesso, gli uomini non hanno ancora vinto ma ora possono lottare e questo è pur sempre un inizio.

Alicia.

Alicia

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