BRAIN ON FIRE

Have you ever been trapped?

Questo film all’inizio non mi convinceva, l’avevo avuto davanti troppe volte e non mi ero mai decisa a guardarlo. Tutto è cambiato quando ho scoperto che si trattava di una storia vera: avevo finalmente cliccato play, non ancora sicura della scelta di guardarlo, quando sullo schermo è apparsa la scritta ‘Based on a true story’. In quel momento mi sono fermata per un secondo e ricordo di aver pensato ‘Cavolo, questo è successo davvero, questa storia è reale’. Il mio interesse si era riacceso. Volevo conoscere la sua storia, la storia di Susannah Cahalan, che adesso sapevo essere una persona reale.

LA TRAMA

Susannah è una reporter, molto giovane e intraprendente, con tanta voglia di scrivere e un’energia che l’amica definisce ‘disgustosa di prima mattina’. La giovane sembra avere tutta la sua vita sotto controllo: ha successo nel lavoro, ha trovato l’amore, è circondata da affetto, ma quello che accade le cambia totalmente la vita.

Inizia tutto con degli strani giramenti di testa, ai quali presto vengono ad aggiungersi mal di stomaco, senso di stanchezza. Susannah quindi inizia a preoccuparsi e fa visita al suo medico di famiglia che le prescrive una risonanza, che risulta negativa. Susannah non sembra avere niente che non vada.

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La situazione, però, non migliora, anzi: inizia a diventare paranoica, ad avere allucinazioni, a sentire cose che nessuno ha detto, fino a quando non ha un attacco epilettico. I genitori, davvero preoccupati, la portano in ospedale, dove nessuno sembra convinto del fatto che si tratti di una patologia a livello fisico, ma piuttosto, a detta loro, mentale. Tuttavia una dottoressa ha i suoi dubbi al riguardo e chiede aiuto al suo mentore, un dottore illustre, che aveva deciso di dedicarsi all’insegnamento. La dottoressa, però, riesce, illustrandogli la situazione di Susannah, a convincerlo a visitarla e la storia si smuove.

Come ho detto fin dall’inizio non pensavo mi potesse interessare, ma, se devo essere del tutto sincera, mi sono appassionata alla storia di questa giovane donna. Sono rimasta impressionata nel vedere svanire la luce di Susannah dai suoi occhi, mi ha colpito molto.

LA STORIA VERA

Lo sapevate che Susannah è solo la 207esima a cui è stata diagnosticata questa malattia? Se ci pensiamo è quasi assurdo. Ci rendiamo conto del fatto che tutti fossero pronti a utilizzare la via più facile? A parlare di malattie mentali, quando poteva essere qualcosa di totalmente diverso? Pensate cosa sarebbe successo se quella dottoressa non avesse avuto un dubbio, se quel professore non avesse accettato di vedere Susannah, ve lo dico io: quegli occhi si sarebbe chiusi per sempre, quegli occhi pieni di luce e di vitalità, che nel film è così chiara e accentuata, che fa ancora più male realizzare certe cose.

Ritengo che la storia di Susannah sia sviluppata abbastanza bene, sicuramente il film ha un impatto forte o almeno lo ha avuto con me. Il merito è in grande parte della storia reale e di certo, da un punto di vista cinematografico, si poteva rendere in maniera diversa e magari più adatta, ma il film mi ha trasmesso un’emozione e quindi lo considero riuscito.

VOTO

7+/10

Benny

"I believe in the power of words"

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