COSA STO GUARDANDO?
Big Mouth è una serie animata del 2017, prodotta da Nick Kroll e Andrew Goldberg e rilasciata da Netflix.
I due protagonisti (Nick e Andrew come gli autori della serie) cercano di affrontare l’adolescenza, con l’aiuto dei loro amici, dei genitori e dei così detti “mostri degli ormoni”.
Ora, fatta questa innocente premessa… cosa sto guardando? E no, non mi riferisco alle animazioni (decisamente discutibili ma pur sempre rilegate alla scelta artistica dei creatori) ma a tutto quelle che le circonda e le spinge a muoversi. Gli argomenti e il modo in cui vengono trattati è volutamente provocatorio, portato all’eccesso nel tentativo di scandalizzare lo spettatore, finendo però per incuriosire quest’ultimo a causa di qualche sporadico momento di assurdità benevola. Ed è così che mi sono ritrovata a divorare la prima stagione in pochi giorni. Poi è arrivata la seconda… ed ora siamo alla terza.
E’ chiaro però che la provocazione voluta e ricercata, se non supportata in modo intelligente, finisce per stancare e questo è quanto è successo a me in primis.
L’INTENZIONE C’ERA
Io ho capito dove volevano andare e non tutti gli episodi erano un completo disastro, di fatti ho molto apprezzato le canzoncine originali utilizzate spesso per approcciarsi ai problemi e taboo dell’adolescenza.
Ma oltre a questo, oggettivamente, rimane poca carne al fuoco. Il problema principale risiede nel fatto che Big Mouth non fa ridere (quasi) mai. Un sorriso, ogni tanto, mi è anche sfuggito ma oltre a questo mi è sembrato di ritrovarmi forzata in situazioni volutamente esagerate che però fanno parte di un senso dell’umorismo che non è più mio.
Riflettendoci, forse il target verso cui la serie era indirizzata era diverso da quello in cui io rientro ma, riflettendoci meglio, la satira all’interno della serie è spesso talmente sottile che forse un pubblico più piccolo non riuscirebbe a coglierla, fraintendendola e accogliendola come sacrosanta (dis)informazione.
DRITTA NEL DIMENTICATOIO
Io capisco tutto, davvero; capisco l’assurdo, il non-sense, la satira, il taboo ma posso giustificare tutto questo solo se alla fine mi ritrovo intrattenuta e sinceramente divertita. Come già accennato, a spingermi a continuare con la visione è stata la mia curiosità, spentasi però molto presto a causa del continuo ripetersi di un pattern già visto e rivisto in altre serie demenziali ben più vecchie e ben più riuscite di queste.
![](https://gillianbissonnette.files.wordpress.com/2017/10/vaginaslang.gif?w=640&resize=480%2C270)
Big Mouth cerca in ogni modo di scandalizzare lo spettatore uscendo fuori dalle righe eppure ricade miseramente nella banalissima lista di serie tv nella media. Big Mouth è decisamente dimenticabile e non così maligna come l’internet vi vuole far credere. La satira è evidente ma pecca di astuzia; annoia.
Sinceramente non la consiglierei neanche a chi volesse spegnere il cervello per un paio di minuti perché il cervello in questione finirebbe per andare in modalità riposo al fine di evitare un eccessivo e inutile spreco di energie.
Voto: 6/10
Alicia.