LAST CHRISTMAS

“Last Christmas I gave you my heart, but the very next day you gave it away. This year to save me from tears, I’ll give it to someone special.”
Così cantavano i Wham! in una delle più famose canzoni di Natale.
E se non fosse solo un ritornello, ma anche la sinossi di questo film?

Tra realtà e immaginazione, una linea così sottile da essere quasi impercettibile.

Tutto inizia con un throwback nel 1999. Siamo nell’Ex Jugoslavia, precisamente ad una recita di Katarina insieme al coro di cui faceva parte. Ad assistere, c’è la sua famiglia al completo: i genitori e la sorella maggiore.
Facendo un salto nel tempo, ci ritroviamo nella Londra di quasi vent’anni dopo: è il 2017 e Natale è alle porte.
Kate è ora una giovane ragazza appassionata alla musica, che lavora in un negozio di articoli decorativi natalizi. La sua passione più grande è il canto, e in particolare George Michael. Oltre a cantare, vorrebbe pattinare sul ghiaccio come in un classico Disney, ma nella sua vita sembra andare tutto storto. Cercando di ridare un senso alla sua famiglia e trovare il proprio posto nel mondo, Kate incontrerà Tom. Con lui Kate riuscirà a rimettere ordine nella sua vita e conoscerà l’amore.
Tuttavia, dietro all’apparente distacco dal mondo del ragazzo, si cela una verità che lascia la ragazza senza parole: Tom è il donatore che le ha permesso di avere un nuovo cuore. Tutto comincia ad avere un senso, e Kate realizza di non averlo mai incontrato veramente.

Tra alti e bassi, la tragicomicità vince.

Il film procede tra momenti alti e bassi, in cui la concentrazione e l’attenzione possono venir meno. I pochi punti appassionanti e avvincenti sono alternati a situazioni piatte e cliché.
Dietro questo altalenarsi, c’è stata una scelta molto mirata: ovvero l’intenzione di ricreare gli alti e bassi della vita di Kate.
L’intento degli sceneggiatori è mettere in scena un progetto nuovo, lontano dai soliti film d’amore proposti sotto Natale da tempi immemori.
Nonostante il film si perda spesso nelle banalità, risulta comunque apprezzabile dalla maggior parte del pubblico grazie soprattutto alle scene ironiche, che spezzano la quasi monotonia narrativa regalando risate. Sono perlopiù battute tragicomiche, ma ora come ora è praticamente impossibile non ridere davanti a frasi che potrebbero rappresentare una situazione comune in cui rispecchiarsi, provocando una sensazione di tenerezza nei confronti di Kate.

Perché dare una chance al film

Nonostante i pareri discordanti sul film, non si può non dare una possibilità a questo lungometraggio.
Paul Feig, in effetti, riesce comunque a realizzare un film che rispecchia l’ideologia natalizia.
Nell’unione di passato, presente e futuro, imperano aspetti quali il romanticismo, e la rievocazione di momenti, immagini riconducibili a fantasmi dickensiani nello sfondo tradizionale di luci e mercatini. L’amore trionfa, la magia si compie e i cuori guariscono con tanto di canti, fiocchi di neve e baci rubati.
A questi topoi della sceneggiatura natalizia, si aggiunge un messaggio ben più importante: la pace interiore, spesso, che ha a che fare con il volersi bene, all’avere un credo personale che motiva ad andare avanti e spinge verso la ricerca del benessere proprio e comune. Ma, soprattutto, risiede nell’aiuto per il prossimo.

Voto: 6.5/10
– Ilaria

Ilaria

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